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"Piemonte cuore d’Europa": Lanfranco consegna a Cirio le proposte della Provincia di Asti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza

Published on 5 March 2021 • Economia

Venerdì 5 marzo il Salone Consiliare della Provincia di Asti ha ospitato la tappa astigiana di “Piemonte Cuore d’Europa”, il roadshow organizzato dalla Regione Piemonte per condividere con i rappresentanti del mondo economico, sociale e degli enti locali di tutte le province documenti di lavoro per definire le priorità sui cui concentrare le risorse in arrivo - nei prossimi anni - dall'Europa, dal Recovery Plan (su cui il Piemonte ha presentato un piano del valore di 13 miliardi di euro) alla prossima programmazione dei fondi europei 2021-2027 (dal valore di quasi 4 miliardi di euro).

Paolo Lanfranco, presidente della Provincia di Asti, ha focalizzato il suo intervento sulle potenzialità delle province e l'estensione del concetto di turismo come nuova residenzialità dai grandi centri verso l'Astigiano: "Le province sono state indebolite quando invece è necessario avere politiche ed enti di regia di area vasta. I progetti, infatti, devono essere calati nella realtà e gli enti provinciali possono fare questo".

E sulla nuova residenzialità: "L'attenzione del nostro territorio è giustamente rivolta al turismo ma c'è anche altro, ossia, la residenzialità: i grandi centri, specie in questo periodo di pandemia, guardano ad aree meno popolate non solo per gite fuori porta ma anche per viverci. L'Astigiano deve interpretare, quindi, la sua collocazione geopolitica: siamo nel triangolo industriale Milano, Torino, Genova e questo ci offre grandi potenzialità ed opportunità che dobbiamo essere in grado di cogliere".

Concetti che il presidente provinciale ha poi avuto modo di rafforzare al termine dell'incontro: "La Provincia di Asti consegna oggi un elenco di progetti, di opere e idee, per 527 milioni di euro, necessari allo sviluppo del nostro territorio. L'obiettivo è rafforzarlo, rendendolo competitivo e attrattivo, per interrompere lo spopolamento e promuoverlo. Per calare sul territorio le risorse va però affrontata - urgentemente - la carenza di personale tecnico qualificato che mette le Province nelle condizioni di progettare le opere e affidare i lavori, anche al servizio dei Comuni. La politica deve riappropriarsi della responsabilità delle scelte strategiche e di sviluppo e, in questo senso, ringrazio la Regione per l'occasione di confronto che, oggi, ha favorito".

Potenzialità ed opportunità che la Regione Piemonte vuole raccogliere dai territori per tradurle, quanto prima, in opere cantierabili. Lo ha precisato il presidente regionale Alberto Cirio in diversi passaggi del suo intervento: "Il Recovery Plan raccoglie le istanze dei territori, quello di cui hanno bisogno. Oggi non è una parata della Giunta regionale, è un momento di lavoro. Per spendere soldi chiediamo a voi cosa serve: farci trovare pronti significa avere progettazioni e andare in appalto subito".

Proprio in termini di appalti pubblici una notizia importante riguarda l'Astigiano: come anticipato - prima - dal vicepresidente regionale Fabio Carosso (anche lui presente ad Asti insieme a Marco Gabusi, già presidente della Provincia di Asti e oggi assessore regionale ai Trasporti) e ribadito, poi, da Cirio, la Regione Piemonte finanzierà la progettazione della Tangenziale Sud Ovest.

L'intenzione è quella di procedere con un accordo di programma con Comune e Provincia di Asti ed affidare a quest'ultima la fase di progettazione dell'importante opera strategica per il territorio.


Guarda la registrazione dell'incontro •


I progetti della Provincia di Asti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza PNRR

A margine dell'incontro il presidente Paolo Lanfranco ha consegnato ad Alberto Cirio il corposo novero di proposte della Provincia di Asti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza PNRR, strumento che l'Italia dovrà presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, fondo europeo istituito per sostenere gli Stati membri colpiti dall'emergenza coronavirus.

I progetti elaborati (di competenza delle istituzioni locali) vertono principalmente sul’attuazione della transizione ecologia, ossia, verso un sistema locale ambientalmente compatibile per quanto dinamico ed in evoluzione, una migliore qualità della vita e del lavoro di impresa, compresa la disponibilità per i cittadini di tutto il territorio di servizi e infrastrutture per la mobilità sostenibile (57% del valore dei progetti richiesti), una rinnovata attenzione alle fasce deboli della popolazione, in primis i giovani per i quali si di deve garantire il loco opportunità di studio e lavoro concrete e dignitose.

Senza dimenticare gli anziani, a favore dei quali la Provincia di Asti ha già pensato a progetti che prevedano la permanenza presso la propria residenza grazie a servizi quali la digitalizzazione della medicina di base e gli anziani come l’anello attivo fondamentale per la connessione delle generazioni, vere custodi della cultura locale.

In concreto, tra le tante proposte (75 progetti proposti di cui 23 proposti dal Comune di Asti) oltre alle più tradizionali richieste di sostegno per la riqualificazione energetica e strutturale di edifici pubblici e privati, il rinnovo del parco veicolare privato e dei Comuni, il finanziamento di opere di difesa del suolo (protezione da esondazioni e consolidamento di frane), manutenzione straordinaria delle strade, si evidenziano i seguenti progetti:

  • estensione a tutto il territorio provinciale della banda ultra-larga quale prerequisito infrastrutturale collettivo per contrastare la desertificazione residenziale e produttiva (e dunque culturale) del nostro territorio collinare;
  • attivazione di progetti con l’imprenditoria locale per aiutarli a superare le difficoltà del momento e favorirle nel riprogrammare il proprio business in vista di quello che sarà l’astigiano dopo il Covid;
  • la richiesta di realizzare presso la Città di Asti del Campus Next Generation come cittadella innovativa (sia per gli aspetti della digitalizzazione, dell’impatto energetico-ambientale, del rapporto diretto, sia con la ricerca scientifica ed il mondo del lavoro) che permetta ai ragazzi di trovare un luogo piacevole e moderno ove possano usufruire, parzialmente anche a distanza, di tutti i servizi messi a disposizione della tecnologia per formarsi al massimo livello di approfondimento ed aggiornamento, anche in modo orientato all’inserimento nelle aziende del territorio ed in particolare della filiera locale (quali enotecnica ed agroalimentare, micromeccanica). Il progetto permetterà allo stesso tempo di risolvere la cronica carenza presso il capoluogo di provincia di spazi a disposizione per attività didattiche (comprese palestre e moderni laboratori) e che possano anche ospitare - a rotazione - gli studenti degli edifici soggetti a ristrutturazione edilizie che via via interesseranno tutto il patrimonio edilizio scolastico della Città al fine di garantirne l’adeguamento strutturale e energetico;
  • il recupero di immobili pubblici e privati dismessi (nei centri minori della provincia) al fine di realizzare dei Community Hub, ossia degli spazi polivalenti attrezzati dove erogare servizi a tutte le differenti fasce della popolazione in base alle differenti necessità (formazione e svago per i giovani, assistenza diurna per disabili e meno giovani, co-working e telelavoro per professionisti e lavoratori in genere, riuso temporaneo per associazioni di volontariato o altri soggetti interessati ad iniziative temporanee); allo stesso tempo, il recupero degli immobili comporterà la riqualificazione di spazi urbani circostanti ormai sempre più presenti in tutti i centri storici dei nostri piccoli comuni.

Sono inoltre stati fortemente richiesti interventi trasversali rispetto a tutte le linee individuate dal Piano Nazionale, quali:

  • la realizzazione di un percorso ciclabile “Terre dell’UNESCO” già studiato a livello preliminare dalla Provincia qualche anno fa per connettere Casale-Alessandria-Alba con una struttura per la mobilità dolce;
  • il rafforzamento dei servizi ferroviari sia per la pendolarità (su Torino e Milano) sia per l’accessibilità turistico del nostro patrimonio territoriale, con un occhio a non dimenticare le Ferrovie dismesse, pur senza approcci preconcetti e anche considerando differenti soluzioni di valorizzazione delle diverse linee che transitano sul nostro territorio;
  • collegamenti stradali prioritari per connettere l’Astigiano ai sistemi stradali di livello regionale e nazionale che attraversano o lambiscono la nostra provincia; ci si riferisce alla tangenziale Sud-Ovest di Asti, al completamento del nuovo collegamento Valle Versa-Moncalvo (oggi fermo a Portacomaro Stazione ma che deve proseguire fino a Castell’Alfero e comprendere la variante esterna all’abitato di Calliano), oltre ad interventi per il sud Astigiano e la Valbormida.

Il piano propone anche interventi definibili “micro” per dimensione ma che in realtà costituiscono gli elementi di una rete e che come tali devono essere valutati, al di là della loro apparente limitazione territoriale, potendo costituire progetti fondamentali per dare reale efficacia al Recovery Plan.

Si tratta di progetti puntuali proposti dai singoli Comuni (sulla base quindi delle specifiche esigenze locali) e che, secondo l’approccio della Provincia di Asti a questo ambizioso Piano, dovranno essere gestiti dai Comuni stessi, pur sotto la regia di un Ente preposto all’area vasta.

Il tutto, per quanto redatto in breve tempo e senza spesa alcuna, è il risultato della collaborazione con i Comuni, attivata fin dall’autunno scorso (mediante l’invio a tutte le Amministrazioni Comunali di una scheda di rilevamento delle proposte) proprio in previsione della presentazione alla Regione di una proposta condivisa e ben radicata nel territorio e nelle sue reali necessità.

Per l’attuazione del Piano, la Provincia di Asti pensa ad una collaborazione stretta con tutti i Comuni, le altre istituzioni ed organizzazioni del territorio, nonché con il settore dell’imprenditoria locale.