Consigliera di Parità della Provincia di Asti in missione a Strasburgo
Pubblicato il 10 giugno 2022 • La Consigliera informa
Missione europea per la Consigliera di Parità Regionale del Piemonte Anna Mantini e per Consigliera di Parità della Provincia di Asti Loredana Tuzii che, assieme ad altre Consigliere Regionali e Provinciali, il 7 e l’8 giugno scorsi sono state al Parlamento Europeo nella sede di Strasburgo, in seduta plenaria per incontrare i referenti europei.
Le Consigliere di Parità svolgono infatti tra i vari compiti anche quello di promozione di progetti di azioni positive attraverso l'individuazione delle risorse comunitarie.
«Il Piano delle attività predisposto per il periodo di mandato 2021-2024 - spiega Anna Mantini - prevede nell’anno 2022 un progetto di azione positiva, che coinvolge la Rete Regionale delle Consigliere di Parità del Piemonte, le Consigliere delle Regioni del Nord in una missione presso al Parlamento Europeo a Strasburgo per incontrare i referenti europei al fine di attuare un avvicinamento istituzionale sul tema dei fondi strutturali e del Pnrr».
In particolare assieme alle Onorevoli Gianna Gancia e Simona Baldassarre è stato approfondito il tema “L’Europa e il divario di genere nel lavoro: da dove ripartire? ”.
«La riduzione del divario di genere è fondamentale per fare ripartire l'economia dei paesi - precisa Gianna Gancia - Le risorse della UE sono e devono essere al servizio delle reti territoriali. Proprio oggi è passata la direttiva "Women on boards” sull'equilibrio di genere. La direttiva mira a introdurre procedure di assunzione trasparenti nelle aziende dell'Ue e in modo che almeno il 40% dei posti ai vertici esecutivi siano occupati da donne».
«Ci siamo confrontate con diverse europarlamentari – sottolinea Loredana Tuzii – e ognuna di noi ha portato al tavolo i disagi riscontrati nello svolgimento del proprio mandato e le problematiche incontrate. Ritengo che la madre di molte criticità legate alle pari opportunità e al “gender gap” sia un retaggio culturale alimentato da una povertà educativa sempre più presente nella società italiana, più marcato in alcune zone del nostro Paese. Per questo non sono sufficienti i fondi europei, ma è invece necessario un cambio di passo che possa condurre ad una reale uguaglianza sostanziale».