Elaborazione-azione: Provincia di Asti perno della promozione locale
Pubblicato il 20 novembre 2021 • Agricoltura , Ambiente , Comunicati stampa
Il Festival del Paesaggio Agrario 2021, organizzato dall’Associazione culturale Davide Lajolo in collaborazione con l’Associazione Paesaggi Vitivinicoli, ha chiuso i battenti venerdì 21 novembre 2021 con il convegno "Risorse e potenzialità del territorio", ospitato nella "casa" dell'Astigiano, il palazzo della Provincia di Asti.
Si è parlato di Monferrato, del suo presente per progettarne il futuro, in un dialogo vibrante e concreto tra studiosi, amministratori ed imprenditori del territorio.
La scelta di concludere nella sede dell'ente provinciale la XIII edizione del festival ha assunto un significato particolare visto che i temi trattati durante l'incontro (progetti di tutela e valorizzazione del paesaggio rurale e dell’agricoltura sostenibile, di turismo del vino e di processi di formazione e di professionalizzazione in campo agroalimentare) sono parte fondante dell'azione amministrativa della Provincia di Asti.
Un ente, come illustrato in apertura dal presidente provinciale Paolo Lanfranco, che deve essere di "elaborazione ed azione". "È fondamentale lavorare attraverso il confronto per dare uno slancio concreto, far volare le idee. La Provincia di Asti mette a disposizione i suoi spazi e le sue professionalità per iniziative di spessore, come quella odierna, che pongono al centro l'Astigiano e le sue straordinarie potenzialità".
Il richiamo alla concretezza ha caratterizzato tutti gli interventi in sala; le parole, se non seguite da fatti concreti, rischiano infatti di rimanere vacui esercizi di stile e questo stride con la concretezza tipica dei piemontesi.
Una terra, il Piemonte, caratterizzata dai piccoli Comuni: sono circa il 51% del totale, secondo i dati forniti dal professor Renato Grimaldi (Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione Università di Torino) che, insieme a Gianluca Forno (sindaco di Baldichieri d’Asti, vicepresidente ANCI e coordinatore regionale Piccoli Comuni e Unioni) e Luca Solaro (parroco di Baldichieri d’Asti, Monale, Cortandone, Castellero, Tigliole, Pratomorone) ha affrontato il tema "La comunità: permanenze e trasformazioni".
Tanti piccoli Comuni che sono contraddistinti da un dato che genera preoccupazione: la costante decrescita della popolazione dal 1920 ai giorni d'oggi.
Secondo Forno la "ricetta" per invertire questa tendenza è costruire un'immagine condivisa del territorio, ossia, fare comunità.
Questo perché i piccoli Comuni sono "un patrimonio inestimabile, umano e naturale" da preservare ed è compito dei sindaci guardare oltre i propri confini amministrativi, con progettazioni di ampio respiro che si concretizzano nella crescente affermazione di diversi soggetti. Basti pensare alle Unioni di Comuni, i G.A.L. ed i distretti del commercio e quello paleontologico, tutti esempi di quanto sia essenziale unire le forze, anche nell'Astigiano, per affrontare le importanti sfide di un mercato sempre più competitivo ed internazionale.
È necessario, quindi, "spingere verso il futuro ed il progresso senza dimenticare l'identità di una comunità", ha precisato Forno, aggiungendo l'auspicio che sempre più giovani si avvicinino al mondo della politica come spinti da una "vocazione" per realizzare il bene pubblico.
Il tema della vocazione riguarda da vicino il "parroco delle sei parrocchie", don Solaro, che nell'analizzare le difficoltà della pandemia ha sottolineato anche l'occasione per un cambiamento epocale. Ancora una volta al centro di tutto vi è il concetto di comunità e la soppressione di alcune messe, per carenze di organico interno alla Chiesa, è un elemento che influisce negativamente sui momenti d'incontro, già limitati dall'emergenza sanitaria in corso.
Sul tema della valorizzazione e gestione dei boschi si sono confrontati, successivamente, Pier Giorgio Terzuolo (responsabile Area tecnica foreste e biodiversità IPLA), Luigi Gallareto (sindaco di Monastero Bormida) e Franco Correggia (associazione Muscandia).
L'opinione condivisa dai tre relatori è che il valore dei boschi va oltre quello meramente economico e lo sfruttamento massivo del legname comporta un impoverimento in termini di biodiversità e problemi di dissesto idrogeologico.
I boschi non solo rappresentato dei polmoni verdi da preservare per la nostra salute ma la loro bellezza è da sfruttare anche in ottica turistica; si pensi all'attenzione di sempre più stranieri verso le passeggiate sui sentieri più belli dell'Astigiano come il celebre "Giro delle Cinque Torri", un'occasione unica per scoprire la bellezza senza eguali della Langa Astigiana e di cui, comprensibilmente, si è pregiato Gallareto visto che il sentiero ad anello parte proprio da Monastero Bormida.
Terzuolo, nel suo dettaglio intervento, ha sottolineato l'importanza che s'individui un ente gestore dei boschi.
Solo così - e si ritorna a parlare di comunità - è possibile contrastare la micro-frammentazione delle aree e l'estrema individualità del nostro modo di essere, punti su cui ha posto l'accento il sindaco Gallareto. Anche perché, ha rimarcato in seguito Correggia, il bosco "non è una fabbrica di legname" ma un "sofisticato sistema biologico ed un addensamento di biodiversità".
Dai boschi si è poi passati ad affrontare il futuro della viticoltura e l'economia del settore agroalimentare con gli interventi di Vincenzo Gerbi (dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari Università di Torino Università di Torino), Marco Curto (sindaco di Montegrosso d'Asti, vicepresidente ANCI Piemonte con delega all'Agricoltura), Stefano Massaglia (dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari Università di Torino) e Filippo Mobrici (presidente Consorzio di Tutela della Barbera, Vini d’Asti e del Monferrato).
Che la provincia di Asti sia tra le terre più rinomate nella produzione di vino è un valore riconosciuto a livello globale ma, secondo Gerbi, è necessario fare ancora molta strada per eliminare i residui di campanilismo e puntare sulla massima professionalità degli operatori di settore.
Mobrici ha aggiunto inoltre un tassello, ossia, la necessaria centralità del comune capoluogo (Asti) nel mondo del vino.
Curto ha poi anticipato che l'annata 2021 del vino si preannuncia molto promettente, con profumi intensi ed elevata qualità. Restano da affrontare, tuttavia, i problemi legati al cambiamento climatico che non è da intendersi solo con l'innalzamento delle temperature ma anche con la maggior frequenza delle piogge nei periodi estivi e le gelate tardo primaverili.
Il mondo del vino deve poi affrontare altri due problemi, elencati da Massaglia: il passaggio generazionale e la competitività sul mercato. Importante è investire sul capitale umano per "tenere insieme" il territorio.
Al termine degli interventi programmati hanno preso la parola Gianfranco Calvi (Comitato Oltre), che ha dettagliato le potenziali criticità di un nuovo impianto di smaltimento fanghi che potrebbe sorgere all'ex fornace di Quaranti, e l'architetto Dino Barrera, il quale ha ricordato l'importanza di puntare sull'agricoltura perché "quando si vende un prodotto si vende un territorio e questo non può essere abbandonato".