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La Provincia di Asti (R)esiste: nuovo progetto di comunicazione per far conoscere meglio servizi e referenti dell'ente. Intervista al presidente Lanfranco

Published on 2 March 2021 • Amm.ne Provinciale , Comunicati stampa

La Provincia di Asti "apre" le porte dei suoi uffici con il nuovo progetto "La Provincia (R)esiste".

La proposta multimediale realizzata grazie al supporto tecnico della redazione di Astigov (rete di Comuni astigiani di cui la Provincia di Asti è ente promotore) si propone di far conoscere meglio alla cittadinanza i principali referenti dell'ente (consiglieri provinciali, staff dirigenziale, ecc.) e scoprire più nel dettaglio il ventaglio di servizi erogati.

La prima intervista è rivolta al "padrone di casa" dell'ente provinciale, il presidente Paolo Lanfranco.


  • Lanfranco, il suo curriculum la descrive come un veterano della politica nonostante la giovane età. Quanto ha influito questa esperienza nell'affrontare, come sindaco e presidente provinciale, la più grave emergenza sanitaria degli ultimi cento anni?

"Sicuramente a 24 anni avrei avuto meno sangue freddo nel ponderare la situazione nelle fasi più gravi e anche emotivamente coinvolgenti. Ricordo in particolare un tavolo di confronto in Prefettura, a Torino, con le istituzioni astigiane in ragione delle potenziali conseguenze di assoluta gravità che si sarebbero potute verificare nella casa di riposo di Portacomaro. Ecco, in quei momenti, sicuramente ha aiutato avere le spalle larghe dopo anni di esperienza amministrativa e la conoscenza di procedure tecniche che rendono più chiaro come si deve operare".

  • L'emergenza coronavirus ha condizionato l'agenda politica di tutte le amministrazioni, la sua inclusa. Sanità? Infrastrutture? Da cosa deve ripartire l'Astigiano una volta conclusa (o ridimensionata) la pandemia?

"L'emergenza coronavirus ha sospeso per tutto il 2020 l'attività politica e, al contrario, ha accelerato dei processi a livello internazionale di cui l'Italia e il nostro territorio fanno parte. Ora è tempo di recuperare: ritengo che l'Astigiano debba ancora costruire un suo modus operandi che possa essere efficace per raggiungere degli obiettivi concreti attraverso la condivisione di decisioni. I temi su cui lavorare sono molteplici".

  • Lo scorso ottobre dal Palazzo della Provincia di Asti è stato esposto, con l'arrivo del Giro d'Italia ad Asti, un simbolico striscione che ha dato il nome alla nostra rubrica: "La Provincia rESISTE". Cosa risponde a chi, ancora oggi, ripete che le province sono un ente inutile?

"Che le province non siano un ente inutile lo hanno dimostrato i fatti. Proprio in questi anni in cui sono state indebolite se ne è sentita la necessità e l'esigenza di una piena operatività per far fronte alle funzioni ad esse attribuite. Tra queste posso citare le scuole e le strade, che sono le più evidenti, e sicuramente l'ambiente, di cui si parla spesso solo su un piano retorico ma è di competenza della Provincia e solo l'ente provinciale può concretamente tutelarlo. Oggi anche la politica si è accorta, dopo anni di devastazione, che quelle scelte furono un errore drammatico e sta cercando di riparare. Purtroppo, però, come è facile la demolizione non altrettanto si può dire per la ricostruzione".

  • Monferrato fa rima con turismo ma nonostante i vari sforzi sembra che manchi ancora una regia autorevole per vederne i frutti. Sindaci del territorio e Provincia di Asti che ruolo possono giocare per la promozione territoriale?

"I sindaci del territorio, facendo squadra, devono individuare alcuni fronti di lavoro sotto la regia della Provincia di Asti. Ricordo, infatti, che la Provincia è l'ente di area vasta e può coordinarli, stimolando azioni di marketing e promozione nonché favorire i rapporti con i territori circostanti, a partire dalla province. Il Monferrato ha dei punti di forza un po' in tutti i settori con un patrimonio storico, paesaggistico, culturale e umano (sottolineo, soprattutto umano) su cui poter costruire non solo il turismo ma anche una nuova residenzialità. Faccio un esempio: abbiamo a pochi chilometri Milano. Se solo mettessimo i milanesi nelle condizioni di raggiungerci più velocemente questo consentirebbe di attrarre nuove residenzialità, in particolare famiglie, che possono dare un valore aggiunto a questo territorio".

  • Quali istanze reputa che debbano essere affrontate nei canonici "primi 100 giorni" dal nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi?

"Due fronti su cui deve lavorare il Governo Draghi sono quello sanitario e quello economico. Sicuramente le province sentono l'esigenza che si metta mano al riassetto delle istituzioni locali nel loro complesso: c'è il tema dei piccoli Comuni e delle gestioni associate che continua - dopo 20 anni - a restare sospeso ed irrisolto. L'ossatura dello Stato non è un aspetto che deve interessare solo gli addetti ai lavori: è la condizione per mettere il Paese nelle possibilità di operare. Abbiamo all'orizzonte risorse ingentissime dal Recovery Found e dai Fondi strutturali europei: se non ci sono strutture pubbliche in grado di favorire l'iniziativa privata e di calare questi fondi sui territori - in opere reali - rimarranno solo delle buone intenzioni. Per spendere bene bisogna semplificare, il che significa digitalizzare e individuare - in chiave federalista - gli enti di governo territoriale che devono svolgere i propri compiti".

  • Nel 2022 scadrà il suo terzo mandato alla guida della "città delle sette torri", Valfenera. Tenterà la strada della riconferma o si sente pronto a nuove esperienze professionali?

"Dopo 15 anni terminerà il mio mandato di sindaco. All'ordine del giorno della politica nazionale pare esserci la revoca di questo limite di mandati consecutivi per i Comuni sotto i 3000 abitanti. Questa "battaglia" non mi ha mai molto coinvolto: la mia vera preoccupazione è che emergano altri amministratori capaci, volenterosi e, soprattutto, appassionati del territorio a cui sono legati, pronti a dedicare anima e impegno nel portare avanti delle progettualità che possono essere anche diverse da quelle che io ho immaginato in questi anni. Tornerò alla mia professione, che ho lasciato temporaneamente in sospeso per portare avanti l'impegno non solo di sindaco ma anche di presidente della Provincia di Asti".


Chi è Paolo Lanfranco

Paolo Lanfranco, 39 anni il prossimo 23 agosto, dopo un diploma di maturità scientifica si è laureato - nel 2005 - in Studi Internazionali all'Università degli Studi di Torino.

Sposato con Alessandra e padre di tre figli (l'ultima, Margherita, nata lo scorso 20 dicembre), è sindaco del Comune di Valfenera dal 2007 (nel giugno 2017 ha iniziato il suo terzo mandato).

Prima di ricoprire il massimo scranno provinciale - dal 28 luglio 2019, succedendo a Marco Gabusi - è stato consigliere della Provincia di Asti e vice presidente dell'ente.